domenica 16 settembre 2012

Castelmezzano.1/Il Maggio accade a settembre



Il bosco della Paolona
Le targhette di Sant'Antonio

 A settembre i balconi delle case di Castelmezzano diventano essiccatoi di peperoni. Le terrazze, le cucine, i magazzini si tingono di rosso. Dalle travi pendono i peperoni cruschi.
Il Maggio di Castelmezzano accade a settembre.
Ho due versioni di questo ribaltamento di calendario. ‘Non avevamo più la banda. Non può esserci festa senza musica – mi spiegano – Avvenne un secolo fa. Doveva venire la banda da Pietrapertosa. Ma a giugno, festa di Sant’Antonio, i musicisti dovevano suonare al loro paese. Fu così che venne deciso di spostare la festa a settembre’.
Don Alessandro, parroco di Castelmezzano, racconta una storia simile, ma diversa. Più ufficiale. ‘Il Maggio è sempre un rito di cambiamento. Si festeggia al mutare delle stagioni. Pietrapertosa era un paese importante. C’erano i francescani là. Sant’Antonio è il santo del Maggio. Là si celebrava una grande festa. Fu deciso che a Castelmezzano si sarebbe festeggiato due mesi dopo Pietrapertosa’. Il Maggio di Castelmezzano, 848 abitanti, è l’ultimo rito degli alberi dell’anno in Lucania. Annuncia i primi giorni dell’autunno. E’ l’ultima felicità prima della malinconia di inverni lunghi e duri.

L'albero al bivio di Collalto

La ricerca del Maggio
Ecco, l'albero giusto

Il taglio dell'albero

I ragazzi e la fisarmonica


Splendida giornata di fine estate. Sono bellissimi i boschi di Castelmezzano. La domenica prima della festa si taglia il Maggio, il Masc. Appuntamento all’albero sacro dedicato alla Madonna, Regina Pura di Collalto. Viaggio verso i boschi della Paolona. Nessuno sa spiegare le ragioni del nome. Quando era grossa donna Paola? Si va in cerca di un cerro. Il bosco non è grande. ‘Non ve ne sono più molti di alberi adatti’, mi dice Rocco. Giriamo. I ragazzi guardano un gruppetto di anziani che scende e sale per i pendii del bosco. Michele, 55 anni, occhi arrossati, due grandi baffi, appare il più esperto. ‘Vive qui vicino’, mi raccontano. E’ lui che alla fine indica l’albero giusto.
Un ragazzo con i baffi e un curioso ciuffo suona la fisarmonica. Taglio dell’albero. Grande tacca dalla parte verso la quale deve cadere. Poi si lavora con la motosega e i cunei dal lato opposto. L’albero cede, scivola, cade. Si impiglia nei rami di un altro albero. Si prova a spingere. Non è possibile. Arriva un potente cingolato. Dà lo spallone decisivo. La fisarmonica suona. Gli uomini lavorano di motosega.

L'albero cade

L'albero si impiglia


Arriva il cingolato


Non c’è la gloria dei buoi a Castelmezzano. ‘Solo in una stalla ve ne sono ancora due’, mi spiegano. In questo primo giorno di lavori, è il cingolato ad agganciare il cerro e a trainarlo fuori dal bosco. Ma c’è il tempo per il cibo. Da un camioncino spuntano fuori prosciutti, provoloni e birre. Si siede sul Maggio. Ci godiamo la mattina.

Si ripulisce l'albero

La gente del paese nel bosco

Il Maggio a terra

C'è tempo per scalare alberi

Poi il viaggio verso Collalto. Il cerro deve raggiungere il bivio per Castelemezzano. Lì dovrà aspettare il giorno della festa.
E’ un viaggio quasi solitario. Nel bosco, alla fonte della Virgilia, le donne e un vecchio pastore stanno preparando il banchetto della giornata. Sobbolle da ore  u’cutturidd, la pecora che deve cuocere a lungo. E’ chiamata anche u’pastoral.

Il viaggio del Maggio

Michele e l'albero che ha tagliato

Il suono dei tamburelli
La benedizione del cippo a Sant'Antonio

La targhetta del Maggio 2012


I ragazzi suonano fisarmoniche e tamburelli. Il tavolo è apparecchiato con eleganze. Pomodori sul tavolo. Gli orti sono stati generosi nonostante la siccità dell’estiva. Ecco, il sindaco, l’assessore, il prete. Sono giovani e hanno l’aria di divertirsi da matti. Vino e formaggi. Don Alessandro mangia tre piatti di pasta al forno. Brindisi. Gioia leggera. Passano peperoni piccanti. Le donne mettono da parte il brodo della pecora. Si fa la questua fra i convitati.
La musica si smarrisce nel bosco. Una piccola volpe è incerta: l’odore del cibo la inebria, la gente la spaventa. Corre via.

U' Pastural

Il vino

Il brodo della pastorale


Castelmezzano, 10 settembre


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